domenica 14/5/2006
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1° D. Pedrosa
1° H. Barbera
1° M. Kallio
2° N. Hayden
2° A. Dovizioso
2° M. Pasini
3° C. Edwards
3° S. Aoyama
3° A. Bautista
Pedrosa in paradiso, Rossi all’inferno

La vendetta è un piatto che si mangia freddo. Per questo, forse, il Presidente della Honda, Takeo Fukui e quello della HRC, Suguru Kanazawa non si sono fatti scappare l’occasione di venire in Cina con la scusa della relativa lontananza dal Giappone. Sembrava che lo sapessero, i due manager giapponesi, che il GP di Shanghai sarebbe stato un trionfo per il team Repsol che, grazie a Dani Pedrosa e Nicky Hayden, è tornato ad occupare i primi due gradini del podio: non accadeva dal 2002 quando Rossi ed Ukawa fecero la doppietta a Barcellona.
E’ stato un successo netto, quello dell’iridato uscente della 250: pressato da vicino dal compagno di squadra ha replicato giro su giro, realizzando il record della pista al 19°. Alla fine, sul podio, ha scherzato con Nicky: “Come fai a non essere stanco? Io sono distrutto”, ha detto.
Ci ha messo due anni, la Honda, per riprendersi, ma quando ci è riuscita ha inflitto alla concorrenza una bastonata incredibile visto che il terzo classificato, Colin Edwards, è rimasto staccato di ben 14”.
Valentino Rossi, partito dalla quinta fila, aveva recuperato bene, anche se lentamente, a causa di una lunga battaglia con Marco Melandri. Poi però era risalito sino ad insidiare il podio del compagno di squadra quando a sette giri dal termine rientrava improvvisamente ai box chiedendo il cambio della gomma posteriore. Subito dopo rientrava in pista, scoprendo che la vibrazione che avvertiva proveniva invece dalla copertura anteriore che presentava un inizio di distacco della mescola. Era il ritiro.
In quarta posizione, così, concludeva John Hopkins, autore di una ottima gara, davanti a Stoner, al parzialmente ritrovato Tamada e a Melandri, mentre Capirossi e Gibernau, in difficoltà con le Bridgestone fin da subito, non facevano meglio dell’ottava e nona posizione.
“Questo ritiro non ci voleva – ha detto, deluso, una volta nei box, Valentino Rossi – con i 13 punti che avrei potuto prendere a Jerez ed i 16 che avrei preso qui sarei ancora in lotta per il mondiale. Così, invece, è dura, specie se non miglioreremo nel corso delle prossime quattro gare. Ho avvertito una fortissima vibrazione in fondo al rettilineo principale e, ai box, ho chiesto il cambio della posteriore, perché pensavo provenisse da lì. Anche se avessi capito subito che si trattava della gomma davanti, comunque, non sarebbe cambiato niente perché ci vuole troppo tempo per sostituirla”.
La gomma, che non aveva perso pressione, ha rotto addirittura il parafango in carbonio.
“Si è trattato di un pneumatico difettoso, probabilmente – ha proseguito Vale, che ha aggiunto – comunque anche quello posteriore non andava bene. La Michelin prima del via mi ha detto di montarne uno di mescola dura, ma non avevo trazione. Complessivamente, comunque, la moto non andava male, il problema è partire sempre così dietro”.
A proposito della M1 Rossi è stato durissimo: “i test invernali, fatti come li facciamo, non servono a niente. Non era questa la moto che volevo”.
E’ preoccupato, il campione del mondo.
“Certo, perché le Honda vanno forte, soprattutto quelle dell’HRC. Mi aspettavo che Pedrosa potesse vincere”.
Duro anche il giudizio sull’amico (ex?) Marco Melandri.
“Ha tenuto una condotta di gara stupida tirandomi le staccate ad ogni curva. Sarebbe stato più furbo se si fosse messo alle mie spalle, ma certo ognuno fa la gara che vuole”.
“Se vuole avere ragione gliela dò – ha replicato Marco – ci siamo forse toccati? Non mi sembra. Però certo, lui ha vinto sette mondiali…quello che dice è legge…”.
Il dominio degli italiani nella MotoGP non poteva finire nel modo peggiore.

Barbera, la prima volta in Cina

Hector Barbera ha vinto il suo primo GP della carriera in Cina. Il pilota del Fortuna Aprilia Team è stato sin dall’inizio della gara uno dei protagonisti, andando a lottare da subito con Dovizioso su Honda e allontanandosi ben presto dagli inseguitori. Tra questi c’era anche Jorge Lorenzo, compagno di squadra di Barbera, che ha però mancato l’appuntamento con il terzo gradino pel podio per un soffio.

Barbera ha festeggiato con molta soddisfazione un digiuno di vittorie che durava dal 2004, quando in sella ad una Aprilia, nel Gp della comunità Valenciana, andava a vincere l’ultimo GP della stagione in 125. Dopo il passaggio alla 250, Hector non è riuscito a ritrovare il gusto della vittoria che può assaggiare oggi in sella alla sua RSW250 ufficiale. Barbera, che nella mattina aveva avuto un problema alla moto scelta per la gara, è riuscito a gestire al meglio una situazione molto difficile. In gara, soprattutto, nella parte finale, Hector ha dovuto cambiare la strategia di gara per poter impedire a Dovizioso di vincere. Alla fine, ha cercato di stare dietro al pilota italiano per sfruttare al meglio la velocità della sua Aprilia e passare davanti chiudendo tutte le porte al pilota della Honda fino alla bandiera a scacchi.

Dovizioso ha fatto del suo meglio. La sua Honda sembra avere qualcosa in più rispetto all’inizio della stagione, i tecnici Honda stanno lavorando bene e il pilota italiano sembra pronto per la vittoria. Comunque il suo secondo posto gli assicura la leadership del mondiale.

Jorge Lorenzo, ha perso, per un errore nel finale della corsa il podio. Il pilota di Maiorca, ha lottato con Aoyama (KTM) e Takahashi (Honda) sin dalle battute iniziali. Nella prima parte della gara Lorenzo ha gestito i suoi inseguitori poi, nel finale ha subìto l’attacco dei due giapponesi, cercando nel finale di recuperare le posizioni perse, non è riuscito a conquistare il podio.

Della partita era anche Alex De Angelis. Il pilota del Master Aspar Team, però ha lasciato la compagnia all’inizio del quarto giro. De Angelis aveva notato che la temperatura del liquido di raffreddamento della sua RSW250 stava salendo e per limitare il fenomeno staccava dal radiatore il nastro adesivo posto per mantenere il motore al giusto regime. Il cambio di temperatura ambientale, dovuto alla comparsa di un timido sole dalle nuvole, ha costretto Alex alla manovra. Purtroppo, nel ritornare con la mano sinistra sul manubrio, Alex si è trrovato davanti Dovizioso che stava frenando per la staccata. Nell’atto di frenare, Alex ha perso l’anteriore della sua moto.

Buona la gara di Roberto Locatelli. Il pilota del Toth Team, ha cercato di aggregarsi subito al gruppo degli inseguitori, ma ha dovuto accontentarsi del settimo posto. La sua moto non era perfettamente a posto a causa della caduta patita nelle prove di sabato che non hanno permesso a Locatelli di poter scegliere cn sicurezza la giusta mescola degli pneumatici.

Kallio, asso pigliatutto

Mika Kallio ha fatto tutto quello che poteva fare a Shanghai, pole e vittoria, un vero asso della categoria più piccola e combattuta del mondiale. In sella alla sua Ktm, il pilota finlandese non ha avuto rivali, o meglio solo uno ci ha provato concretamente, Mattia Pasini e la sua Aprilia. Decisamente un buon lavoro quello della KTM che sembra stia riuscendo a riprendere il terreno perso nella parte iniziale della stagione nei confronti della casa italiana.

Dietro Kallio, Mattia Pasini e Alvaro Bautista portano le loro Aprilia sul podio della quarta gara dell’anno a Shanghai. I piloti della scuderia Master Aspar hanno compiuto due gare differenti. D’attacco, quella dell’italiano, sin dal via, e in progressione quella di Bautista. Pasini da subito, si installava nel gruppo dei fuggitivi, composto da Kallio e Simon su KTM, Talmacsi su Honda, raggiunti successivamente anche da Pesek su Derbi.

Pasini ha cercato la vittoria senza risparmiarsi, ma il tracciato cinese, caratterizzato da lunghi rettilinei e brusche frenate, poco si adatta alle caratteristiche della RS 125. Comunque Mattia tentato il tutto per tutto all’ultima staccata, ma la sua strategia di gara è stata disturbata dalla manovra di Pesek, arrivato lungo al rettilineo che precede l’arrivo. Pasini aveva preventivato di far passare chi aveva davanti per tentare un finale di gara come quello dello scorso anno. Purtroppo dopo aver visti sfilare Pesek, Pasini si è visto passare anche da Kallio e nulla ha potuto per riprendere il finlandese in fuga.

Mattia è comunque soddisfatto per la prestazione di oggi poiché i 20 punti di oggi gli permettono di tornare a pensare alla lotta mondiale. Con 49 punti Pasini è al quarto posto della classifica piloti.

Soddisfazione anche per Bautista. Il compagno di squadra di Pasini era partito indietro e sembrava non poter prendere parte alla festa del podio. Da metà gara in poi Alvaro ha pensato solo a guadagnare posizioni e alla fine è riuscito a 6 giri dalla bandiera a scacchi a riprendere i fuggitivi.

Con il terzo posto di Shanghai, Bautista rafforza la sua leadership in campionato andando a quota 86 punti, conservando 28 punti di vantaggio su Kallio, suo diretto inseguitore.

Solo settimo Hector Faubel, vincitore della gara di Istanbul. Il pilota del Maste Aspar non è riuscito a inserirsi nel gruppo dei primi e ha dovuto lottare nel finale con Corsi (Gilera), Lai (Honda) e Koyama (Malaguti), riuscendo comunque a svettare tra questi inseguitori.

Da segnalare la caduta di Lorenzo Zanetti e l’ottima prestazione di Raffele De Rosa. Il pilota del Multimedia Racing ha saputo ben interpretare le battute iniziali della gara, sfruttando al meglio la sua seconda fila, conquistata con l’ottavo tempo nel secondo turno di prove ufficiali. De Rosa, dopo una buona partenza ha terminato la sua gara in dodicesima posizione.

La prossima gara a Le Mans, un grande classico per gli appassionati.

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