domenica 30/4/2006
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1° M. Melandri
1° H. Aoyama
1° H. Faubel
2° C. Stoner
2° H. Barbera
2° A. Bautista
3° N. Hayden
3° A. Dovizioso
3° S. Gadea
Melandri, prova di forza

Era la MotoGP, ma si è corsa come la 125, tanto i protagonisti sono rimasti vicini, attaccandosi, per tutta la gara. Dopo un breve tentativo di fuga di Gibernau, vanificato dalle Bridgestone, decisamente non a loro agio con l’asfalto asciutto, a darsele sono stati Melandri, Stoner, Hayden e Pedrosa, mentre Rossi, partito dalle retrovie, si è ritrovato ad inseguire anche a causa di un dritto al secondo giro. E’ finita con la vittoria dell’italiano della Honda, veramente imbattibile sulla pista della sua prima vittoria nella classe regina. Marco ce l’ha fatta grazie ad una staccata veramente al limite grazie alla quale ha vinto la resistenza dell’australiano, mentre Pedrosa, nel medesimo punto, aveva abbandonato la compagnia il giro prima, cadendo in staccata.
Melandri, vincendo, ha tenuto il successo “in casa”, visto che nei due precedenti GP avevano trionfato altri due italiani, Capirossi e Rossi.
Questa volta, invece, appena fuori dal podio, dopo l’ennesima prodigiosa rimonta, Valentino si è accontentato, chiudendo davanti ad Elias ed a Loris Capirossi, mai in partita. Fosse piovuto, come del resto lui stesso aveva sperato sabato, l’imolese sarebbe stato protagonista, ma le gomme giapponesi sull’asfalto liscio di Istanbul non vanno, e lo ha dimostrato anche la Suzuki, veloce con Hopkins (che addirittura si è fermato ai box a cambiare gomma) e Vermeulen nei primi giri.
“Ho corso una gara incredibile – ha poi detto Melandri – che mi ha premiato perché ci ho sempre creduto. Contro Stoner e Pedrosa mi ha aiutato la mia maggiore esperienza, ma andavano veramente forte. Cosa significano tre Honda sul podio: che le critiche fanno bene”.
“Tutto sommato è andata bene – gli ha fatto eco Rossi – senza il dritto sarei potuto finire sul podio. Il problema è che la Yamaha è l’unica moto al mondo che va meglio con le gomme usurate che con quelle nuove. Da metà gara in poi infatti riuscivo a guidarla. Il mondiale, comunque, è ancora lunghissimo e tutto sommato la quinta posizione a 12 punti da Hayden, che è il nuovo leader, non è male. Certo, con gare così, mi piacerebbe essere davanti a giocarmela con gli altri. Sappiamo di avere ancora alcuni problemi, dobbiamo lavorare per risolverli”.
Mogio, ma non demoralizzato Capirossi.
“L’avevo detto che avrei preferito la pioggia…la Ducati c’è, la tenuta alla distanza delle coperture, non ancora. Sete ha corso con gomme diverse dalle mie ed il risultato non ha pagato”.
Dopo tre gare, dunque, ora è Nicky Hayden in testa al mondiale, con 52 punti. Ad una sola lunghezza di distacco c’è Capirossi, quindi Melandri (-7), Stoner (-11) e Rossi (-12).

Aoyama col brivido

Linee che si incrociano, piloti che si toccano, carambole, piloti a terra e classifiche da rifare. Questa la sintesi della giornata, con una mega caduta all’inizio che vede l’uscita di scena di Lorenzo alla prima curva colpito dall’irruenza di Shuei Aoyama, che per la cronaca ha mandato nella sabbia anche Palumbo, Danese e Ballerini. Lorenzo alzata la moto ha provato a ripartire ma la catena della sua Aprilia era fuori dalla corona e si è dovuto ritirare. Da quel momento è lotta con De Angelis, Barberà, Dovizioso e Aoyama (Hiroshi, su KTM) in un gruppetto deciso a non fare sconti. Tanto fanno che i sorpassi per la testa della gara si specano e non mancano le toccate di carena. Quelli che proprio non se la mandano a dire sono Barberà e De Angelis. I due iniziano un confronto serrato con una sportellata plateale dello spagnolo ai danni del sanmarinese a tre giri dalla fine provocando quasi la caduta di quest’ultimo. Nel giro finale il colpo di scena. De Angelis in coda al gruppo comandato da Dovizioso, entra nelle scie dell’italiano e di Aoyama andando a colpire Barbera e rischiando di cadere al lato della pista. Fortunatamente il pilota del Master Aspar riesce a percorrere tutta la via di fuga sullerba ad oltre 250 km/h, arrivando in fondo e riuscendo a ritornare in pista solo con il cuore in gola e il mento spaccato dal un colpo rimediato sul serbatoio della sua Aprilia. Alla fine a vincere, beffando Barberà e Dovizioso è stato Aoyama che porta per la prima volta una KTM alla vittoria in 250. Ora le polemiche sono tutte tra De Angelis e Dovizioso, inutile alimentarle, sapranno chiarirsi, limportante è cercare sin d’ora di favorire gare corrette e spettacolari, magari senza tutti i colpi di scena di Istanbul.


Faubel guida il tris spagnolo

Tre moto (Aprilia) di un team spagnolo, il Master Aspar con tre piloti spagnoli. La Spagna batte il resto del mondo e la sconfitta arriva fitta. Tre bandiere castigliane sul podio, la squadra in delirio e un uomo solo al comando, Alvaro Bautista che per la cronaca a Istanbul se le è fatte dare all’ultima curva dal compagno di squadra Faubel.
Dietro questo gruppo iberico una sorpresa, un marchio glorioso torna alla ribalta dopo quattro anni di magra con un pilota romano, l’ultimo superstite dopo l’abbandono di Max Biaggi. Simone Corsi è riuscito a domare una muta di scatenati, ha lottato fino alla fine con Joan Olive, un altro spagnolo alla ribalta. Il giovane di Morena (Roma), ha stretto i denti e il podio gli è scappato per un soffio, peccato. Ora però Simone sa di poter stare davanti e per gli altri c’è un avversario in più. Pasini? Mattia è stato vittima della sfortuna, di una domenica iniziata male e finita peggio. Una caduta nell’inizio e una rimonta diperata fino alle dicissettesima posizione il che significa zero punti per lui. Un altro che ha dovuto sudare sette camicie è Lukas Pesek. Il pilota della Derbi ha sentito il motore della sua Derbi ammutolirsi in partenza, è sceso dalla moto e l’ha riavviata prendendo il via dietro alla safety car. Sul traguardo sarà settimo, un miracolo. Segnalare come il gruppo Piaggio in questa categoria non abbia rivali quasi non fa più notizia. Nei primi 10 posti ci sono 8 moto di tutti e tre i marchi, Aprilia Gilera e Derbi. Fino a poco dal termine c’era anche Kallio e la sua KTM, ma a due giri dalla bandiera a scacchi un cavo difettoso ha tolto il finlandese dai giochi. Tra gli italiani si segnala Zanetti in ottava posizione. Il pilota lombardo sembra essersi svegliato dalla trance che in Qatar non lo aveva fatto andare oltre la penultima posizione. Purtroppo nulla di bello per Lai, che corre con una moto, la Honda ancora non all’altezza della situazione. Da specificare che Honda qui ha portato delle evoluzioni per il motore disponibili per ora solo per Talmacsi. La prossima gara sarà in Cina dove lo scorso anno Pasini vinse a danno di Lai.


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