sabato 8/4/2006
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1° V. Rossi
1° J. Lorenzo
1° A. Bautista
2° N. Hayden
2° A. Dovizioso
2° M. Kallio
3° L. Capirossi
3° R. Locatelli
3° S. Gadea
Rossi rompe il digiuno in Qatar

Il più veloce al semaforo è Stoner, seguito da Hayden, Rossi, Capirossi, Gibernau, Melandri, Nakano, Edwards ed Hopkins. De Puniet va subito fuori pista e la sua gara finisce lì, mentre Hofmann divaga nella via di fuga, ma rientra.
Dopo due giri è sempre l’australiano al comando, con Hayden in scia, mentre Rossi fa un giro veloce per provare a scrollarsi di dosso la coppia della Ducati. In sesta posizione c’è Edwards, quindi Melandri, Hopkins, Nakano, Elias e Pedrosa, già staccato di più di sette secondi. Intanto cede il motore della Suzuki di Hopkins che si ferma a bordo pista e…sfoga la sua rabbia prendendo a calci la GSV-R. Non è propriamente una bella idea visto che, per un fatto simile, la casa di Hamamatsu licenziò in tronco John Kocinski nel 1993 levandogli di mano la sua 250.
Quasi nel medesimo momento pure Rossi ci da dentro, ma con la sua Yamaha passando e ripassando Hayden, finché l’americano se ne fa una ragione e lo “lascia” stare davanti.
All’ottavo giro, così, la situazione è la seguente: Stoner è in testa, con Rossi attaccato ed Hayden nella sua scia, quindi ad un secondo Capirossi e Gibernau, quindi Melandri, Edwards, Pedrosa, Elias e Nakano, mentre Vermeulen si ferma ai box anche lui con il motore fuori uso. Decisamente una giornata da dimenticare per le Suzuki. A badarci però sono in pochi visto che nel passaggio seguente Valentino mette le ruote davanti a Stoner, che ora subisce anche l’attacco di Hayden, pressato a sua volta dalle Ducati. E’ una gara a due velocità, quella che si corre sul circuito di Losail, visto che alle spalle del quintetto c’è già un vuoto di quasi cinque secondi.
A metà gara Vale è sempre al comando, ma non ce la fa a tentare la fuga. Hayden lo bracca da vicino, mentre Stoner cede a Capirossi che si istalla in terza posizione. Intanto alle spalle di Gibernau, quinto, si sviluppa un bel duello fra Melandri e Pedrosa.
Alla fine del 18° giro, alla fine della staccata, Nicky Hayden mette per la prima volta le ruote davanti a Rossi. Ne approfitta Capirossi che si riporta sotto alla coppia di testa, mentre in quarta posizione resiste Stoner che controlla sempre Gibernau. La leadership di Nicky, comunque, dura pochissimo e Rossi ripassa al comando. La gara è praticamente finita e Vale spara le ultime cartucce controllando la situazione alle sue spalle: il (relativamente) lungo digiuno del campione del mondo è finito. Non vinceva dal GP d’Australia del 2005. Tre gare. Pochissimo per altri, un’eternità per lui.
“Adesso che ho raggiunto Mick Doohan a quota 54 vittorie posso anche iniziare a pensare alle 68 di Agostini – ha detto Vale appena sceso dal podio – spero non si arrabbi…e poi lui è sempre irraggiungibile con 122 successi complessivi. Comunque sono soddisfatto del risultato: la M1 è andata molto bene, all’inizio Stoner era più veloce in curva con il suo stile da 250, ma quando le gomme sono calate siamo tornati sotto io ed Hayden, poi ho visto che c’era anche Capirossi e mi sono un po’ allarmato, così ho dato tutto negli ultimi tre giri. Il team ha lavorato molto bene, però dobbiamo lavorarer ancora e per questo rimarremo qui domenica a provare un vecchio telaio”.
Vecchio o nuovo? Le opinioni sono diverse.
In pista ci saranno comunque anche Honda e Ducati.
“Seguendo Stoner ho pensato: le Honda Satellite vanno veramente forte – ha rivelato Hayden, che poi ha aggiunto – però non voglio fare nessuna polemica. La mia moto va bene”.
Scioltissimo Capirossi: “Il podio era il nostro obiettivo e l’abbiamo raggiunto. E’ un buon risultato, tenendo conto che qui l’anno passato siamo andati male dopo esser scattati dalla pole. Forse avrei potuto osare qualcosa in più, ma non ne valeva la pena. L’importante è che quest’anno nella lotta per il mondiale ci siamo anche noi. L’ho anche detto a Valentino”.

Lorenzo, ma l’eroe è Locatelli

Lorenzo rivince, ma stavolta soffre. Sembra la stagione del pilota iberico, tutto va bene per lui o quasi. Se la prima gara, quella di Jerez è stata una camminata tronfale, in Qatar le cose non sono andate facilmente come successo 2 settimane fa. Scattato dalla pole, Lorenzo ha trovato sulla sua strada Andrea Dovizioso che si è dimostrato un osso durissimo. Il duello con il pilota italiano che corre con una Honda del Team di Cirano Mularoni, è stato avvincente. Alla fine Lorenzo, ha sfruttato un piccolo errore dell’italiano per passare nuovamente per perimo sotto la bandiera a scacchi.

La vera impresa, però è quella di Roberto Locatelli. Il pilota bergamasco in sella ad una Aprilia clienti partiva dalla prima fila con il tezo tempo e al terzo giro facev aun dritto che rimetteva in discussione la sua gara. Rientrato in gara al 21 posto, Loca si è rimboccato le maniche e iniziava una rimonta che lo faceva salire sul podio.

“E’ stato un sogno – ha detto Locatelli in conferenza – all’inizio di questo week end ho creduto di poter andare vicino al podio, ma in gara è successo veramente di tutto. Sono partito bene, ero in testa, poi il vento mi ha fatto allargare una curva e sono finito fuori, non potevo crederci, la mia occasione stava sfumando. Mi sono rimesso in gioco e ho iniziato a rimontare. Ho girato fortissimo, come i due in testa e sono riuscito a passare Barbera proprio alla fine. Nel sorpasso mi sono anche toccato con lui, mi dispiace che Hector se la sia presa, mi scuso con lui, ma io ho solo cercato di far fruttare la mia occasione. Corro per un team piccolo e pieno di passione, grazie a loro oggi corro. Alla fine dello scorso anno ero praticamente a piedi e il sig. Toth mi ha offerto di correre per lui. La mia riconoscenza va a lui e all’Aprilia che lo ha consigliato su quale moto prendere e quali tecnici scegliere.”

Dal sogno di Locatelli all’incubo di Alex De Angelis. Il pilota di San Marino, che scattava dalla prima fila con il quarto tempo, puntava molto sulla gara, forse troppo. Al via perdeva molte posizioni, poi per rimontare entrava in una traiettoria sbagliata e nemmeno al termine del primo giro finiva nella sabbia il suo gp. Il Qatar non porta bene ad Alex che nelle sue 3 partecipazioni ai gp svolti a Losail non ha mai terminato una corsa.


Bautista, pilota che vince, si ripete

Bautista è il re del deserto. Il pilota iberico ha letteralmente dominato la gara delle 125 vincendo con oltre 6,7 secondi di vantaggio su Kallio e Pasini.

E’ stato implacabile il fantino della scuderia di Aspar Martinez. Scattato dalla pole, ha salutato la compagnia, scrollandosi di dosso Kallio (KTM), Pasek (Derbi), Gadea e Faubel (Aprilia). Una volta capito di avere margine, Bautista è andato a fondo al lavoro come fa un killer che ha chiaro il suo obiettivo. Non solo, da ben 2 anni e 22 gare, nessun pilota riusciva a vincere due gare di seguito, Bautista ha rimesso il pallino ad oggi.

“Da quando sono risalito sull’Aprilia – ha detto Bautista – mi sono trovato in una condizione ideale per me. Sono soddisfatto della mia vittoria, non è stato facile con il vento forte che c’era sulla pista. Fortunatamente non mi sono fatto intimidire, mi sono messo sotto al cupolino e ho pensato solo a vincere.”

Sul podio anche Kallio e Gadea, autori di un lunghissimo duello che vedeva il pilota iberico compagno di squadra di Bautista, davanti al finlandese della Ktm fino all’ultima curva. Sul rettilineo d’arrivo, la scia della moto di Gadea ha favorito il sorpasso di Kallio che si è infilato in un podio formato da 2 aprilia su tre.

Non è andava come si aspettavano per Pesek e Pasini. Mattia non era in grado di seguire Bautista nella corsa per la vittoria e si è trovato a lottare nel gruppo degli inseguitori dove ha avuto, nel finale un corpo a corpo con il pilota della Derbi finito a terra.

“E’ stata una scorrettezza! – ha detto Pesek, contrariato del contatto con Pasini e della caduta che lo ha privato di punti preziosi – Pasini mi è venuto addosso non si fa così è la seconda volta che si comporta così con me.”

“E’ stato un incidente di gara – ha detto Pasini rispondendo a Pesek – purtroppo non potevo fare altro, in quella curva Pesek continuava a stringere mentre io ero già sulla linea interna, non potevo frenare in quella posizione”

La polemica rimane tra i due, mentre Aprilia bissa la vittoria di Jerez, dalle parti di Noale, però non dovranno dormire sonni tranquilli, la KTM arriva.

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