domenica 16/10/2005
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1° V. Rossi
1° D. Pedrosa
1° T. Luthi
2° N. Hayden
2° S. Porto
2° T. Koyama
3° C. Checa
3° J. Lorenzo
3° M. Simoncelli
Rossi, il Serial Winner è anche in Australia

Pronti via, Hayden non sbaglia la partenza e schizza al comando. Dalla prima curva, però, non esce Biaggi, che finisce in terra tentando di girare all’esterno, quindi passano Rossi, Checa, Melandri, Gibernau, Edwards ed Elias.
Macio è in forma, ed al terzo giro è già alle spalle di Valentino, davanti a Nicky, Carlos, Colin e Sete, mentre seguono Barros, Elias, Tamada, Nakano, Jacqe ed Hopkins.
Al quinto giro Hayden si rende conto di essere un po’ più veloce di Marco, così si sostituisce a lui iniziando a fare un po di pressione a Rossi, insolitamente al comando nelle prime battute della gara.
Tre tornate dopo Vale è ancora in testa, ma c’è solo Hayden incollato sulla scia. Melandri, infatti, ha leggermente rallentato ed è ad un secondo. Alle spalle del terzetto lottano invece Checa e Gibernau, con Edwards, Barros, Tamada, Elias, Nakano e Vermeulen, in lotta con Hopkins.
Al 10° giro, con 17 ancora davanti, il ritmo rallenta leggermente. Si tengono le posizioni. Checa però commette un piccolo errore al tornantino facilitando il compito a Gibernau che si installa al quarto posto.
Nel frattempo, lì davanti, Rossi si è stancato di tirare e, seguendo un copione collaudato, inizia a rallentare. Per un po’ Hayden non abbocca e rallenta a sua volta, sinché al 16° è quasi costretto a passare al comando per non far rientrare Melandri.
Il giochetto, di fatto, ha facilitato però comunque il riaggancio, così al 18° giro sono nuovamente tutti vicinissimi, tanto che Valentino ritenta la fuga. Ed è Melandri a rimetterglisi sulla coda. L’accelerazione di Rossi non coglie di sorpresa Hayden che, dopo aver ripassato Macio, si rimette a testa bassa, ma nel frattempo, Vale ha costruito un piccolo gap di mezzo secondo fra sé e l’americano, che per di più adesso si deve scrollare di dosso Melandri e Checa.
A cinque giri dalla fine le posizioni sembrano congelate, con Gibernau alle spalle del quartetto e Barros in sesta posizione. Purtroppo il brasiliano perde l’anteriore e vola nella via di fuga. Il colpo è duro, anche perché la ghiaia di rallentamento fa da trampolino ad Alex che subisce una percussione sulla spalla.
Nel frattempo Hayden, in seconda posizione, non ha mollato, al contrario di Melandri, ma anche Vale non ha ceduto un centesimo.
E’ l’ultimo giro e, indovinate un po?, è sempre lui, il Serial Winner a vincere il Gran Premio d’Australia. Hayden è secondo, ma non domo, mentre Melandri perde la volata con Checa, che fa tuonare il motore della Ducati sul lungo rettilineo.

Pedrosa, 600 di queste vittorie

Com’era prevedibile al semaforo Stoner parte a palla di cannone lasciandosi alle spalle Lorenzo, De Angelis, Porto, Pedrosa, Dovizioso e Aoyama.
La sua fuga, però, è di breve durata, nel corso del quarto giro, infatti, il pompatissimo Casey apre troppo presto al rampino, finendo la corsa a pelle di leone, con una caduta che cancella le sue ambizioni iridate. De Angelis, che lo seguiva, salta letteralmente sulla moto dell’australiano, riuscendo a rimanere in sella. Il cerchio della sua Aprilia, purtroppo, però non regge all’urto, costringendolo a rientrare ai box.
Al sesto giro, così, tocca a Porto condurre le danze, davanti a Pedrosa, Lorenzo, Dovizioso e Aoyama.
Le posizioni non cambiano per i successivi sette giri, che vedono le prime quattro posizioni immutate. Solo i9 distacchi sono aumentati, se infatti l’argentino e lo spagnolo viaggiano praticamente attaccati, Lorenzo ha quattro secondi di svantaggio, mentre Dovizioso è ad otto. Quindi c’è Barbera davanti ad Aoyama, a loro volta davanti a De Puniet e Locatelli. Andrea, purtroppo, non sembra in grado di tenere il ritmo e dapprima cede il passo a Barbera e quindi anche ad Aoyama. L’italiano però non cede, ed inizia un bel duello al quale prende parte anche il francese De Puniet.
E’ tempo, però, di guardare all’ultimo giro con Porto e Pedrosa sempre vicinissimi. E’ un finale comunque già scritto: Dani esce incollato a Sebastian dal velocissimo curvone, gli prende la scia e, aiutato anche dal minor peso, lo brucia sul rettilineo. Cosa vi ricorda? Olivier Jacque giustiziò, su questa stessa pista, nello stesso identico modo, Shinja Nakano. Anche allora la vittoria valse il titolo iridato. In più questa volta si tratta anche del trionfo numero 600 per la Honda.

Luthi, prova di forza

Più che una partenza, quella di Luthi, appare subito per quello che è: un tentativo di fuga, che Kallio, Pasini, Talmacsi, Lai, Simoncelli e di Meglio e Koyama cercano subito di arginare.
L’impresa, però, appare difficile ed infatti al terzo giro il vantaggio del pilota svizzero su Kallio è salito ad un secondo e sei decimi. Il finlandese comunque non è solo, ma se la deve vedere con Pasini e Simoncelli, seguiti da presso da Simon, Talmacsi e Faubel. All’ottavo giro, purtroppo, Simon lascia la compagnia con una spettacolare caduta, imitata poco dopo la Pesek, che viaggiava in decima posizione.
Nel frattempo però il vantaggio di Thomas Luthi è salito al 3”6 al nono passaggio, così che l’attenzione si sposta sul gruppetto degli inseguitori, capitanati ora da Pasini.
E’ evidente che la gara, per la vittoria, è senza storia: a sette giri dalla fine, infatti, il vantaggio di Luthi è stabile a poco meno di quattro secondi, mentre alle sue spalle succede di tutto. Il più in forma è Simoncelli, che guida le danze battagliando con Faubel, Koyama, Kallio, Talmacsi, Rodriguez e Pasini.
Mentre Luthi taglia il traguardo, il rush finale alle sue spalle è abbastanza confuso: lo vince Koyama, davanti a Simoncelli, Pasini è fuori dal podio, con Kallio addirittura quinto.
A questo punto Luthi ripassa in testa al mondiale con ben 12 punti di vantaggio sul finlandese. Abbiamo paura che quei cinque punti persi da Mika in Qatar “grazie” a Talmacsi alla fine conteranno…


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