domenica 18/9/2005
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1° L. Capirossi
1° H. Aoyama
1° M. Kallio
2° M. Biaggi
2° D. Pedrosa
2° T. Luthi
3° M. Tamada
3° C. Stoner
3° H. Faubel

Rossi sbaglia il match ball. Capirossi piega Biaggi

Al semaforo è Melandri a fare la migliore partenza, davanti a Biaggi, Capirossi, Hopkins, Tamada e Gibernau, con Rossi 10°. Al termine del primo giro Valentino è già settimo, mentre Capirossi ha superato Biaggi nello stesso giro in cui Matsudo, con la Moriwaki, esce di scena. La tornata successiva si toccano Rolfo ed Hofmann, finendo nella via di fuga.
Al quarto giro Melandri è ancora in fuga, inseguito da Capirossi e Biaggi, con Rossi che dopo essersi sbarazzato di Tamada è già quarto.
Dopo otto giri la situazione è immutata, ma Rossi è a due secondi dal leader, mentre alle spalle di Tamada, staccato di quattro secondi, inseguono Checa, Gibernau, Hopkins, Barros, Edwards, Roberts ed Hayden.
Al 10° giro Capirossi esagera, prova a passare Melandri in staccata e con la forcella a pacco quasi perde il controllo della Desmosedici. Paga l’errore con un largo e si ritrova terzo dietro anche a Biaggi. Nel frattempo cade Gibernau.
La tornata successiva ad essere largo è Melandri e Biaggi lo supera, imitato subito dopo da Capirossi.
E’ una gara incandescente. Al 13° giro Rossi tenta il sorpasso su Melandri che è ormai senza gomme ed accade l’irreparabile: arriva lungo in staccata, lo tocca ed entrambi finiscono in terra. Vale si rialza e va subito dall’amico che è rimasto dolorante al terreno: la pedana lo ha ferito al piede destro.
Nel frattempo la gara prosegue e al giro successivo a cadere è Barros.
Mentre tutto ciò accade Biaggi e Capirossi, in testa alla corsa, stanno facendo scintille, con Tamada, terzo, e staccato di quasi cinque secondi.
Il sorpasso, a cui mirava dall’inizio della gara, riesce a Capirossi al 19° giro. Da quel momento emerge la superiorità delle Bridgestone. Capirex è ancora in grado di scendere sotto l’1.48, Biaggi è tre decimi sopra. A tre giri dalla fine il terzo, Tamada, è a dieci secondi dai due fenomeni, guindi seguono Hopkins, Edwards, Hayden e Roberts.
E’ la seconda vittoria di Capirex con la Ducati dopo quella, storica, di Barcellona, 2003. Il settimo titolo del Fenomeno è rimandato. Appuntamento a tutti al GP di Malesia.

Aoyama, ma l’eroe è De Angelis

Lorenzo è bravissimo a scattare al comando, ma De Angelis gli si imette in scia, seguito da Aoyama, Pedrosa, Stoner e Dovizioso. Al quarto giro è Aoyama davanti a tutti, ma Alex non molla la seconda posizione mentre Dovizioso insegue con Lorenzo, Stoner e Pedrosa dietro di lui. Nel frattempo cade Porto. In questa fase è Dovizioso il più attivo, ma Aoyama non gli lascia la prima piazza e continua a spingere. Il ritmo non è tale, in ogni caso, da creare un gap, così in terza posizione il distacco di Lorenzo è meno di mezzo secondo, mentre De Angelis, Stoner e Pedrosa rimangono attaccati. E’ una gara tattica quella alla quale si assiste con Aoyama e de Angelis sempre vicinissimi e Dovizioso, Stoner, Pedrosa e Lorenzo impegnati a marcarsi a uomo.
Ad otto giri dalla fine inizia la selezione: Lorenzo, in sesta posizione, perde qualcosa ma controlla De Puniet che ha in coda Takahashi, mentre Aoyama e De Angelis si staccano leggermente dagli immediati inseguitori capitanati da Dovizioso.
Tre giri dopo Pedrosa si sbarazza di Stoner e raggiunge e supera Dovizioso. De Angelis invece oppone più resistenza. E’ il momento più bello della gara: una lotta così, quest’anno, in 250 non si era ancora vista.
Troppo bello per poter durare. La lotta, infatti, ha consentito a Lorenzo di rientrare e, si sa, porfuera, non va troppo per il sottile quando si tratta di sorpassi. Così a pochi giri dalla fine Lorenzo infila Pedrosa, lo sfiora e poi va di sponda con De Angelis, che chiude. Purtroppo ad avventaggiarsi dell’inevitabile caduta è Pedrosa, che esce indenne dall’incidente. Alex riesce a ripartire, ma taglia il traguardo in settima posizione preceduto da Aoyama, Pedrosa, Stoner, Takahashi, De Puniet e Dovizioso

Kallio, dopo la bandiera rossa

Al via il più veloce a scattare è Pasini, subito seguito da Kallio, Talmacsi, Luthi, Koyama, Poggiali, Faubel e Simoncelli. Il giro successivo le due KTM passano al comando, ma Luthi non si lascia soprendere andando in testa alla gara con Kallio, Talmacsi e Pasini in scia. In quinta posizizione, ma già staccato di un secondo e mezzo, al quinto giro, c’è Poggiali, seguito a sua volta da Faubel, Koyama, Simoncelli e Nieto. Invece di tentare la fuga, però, il quartetto di testa inizia a fare melina, con l’unico risultato di far rientrare gli immediati inseguitori. Comunque si va tutt’altro che piano e nel corso del 10° giro se ne accorge Simoncelli che lascia la compagnia in seguito ad una caduta. Nemmeno ciò, però, scompone il gruppone che al 13° giro è guidato da Kallio seguito da Luthi, Talmacsi, Faubel, Pasini, Koyama, Poggiali, Gadea e Nieto. Il primo a lasciare la compagnia è Talmacsi, che da troppo gas su di un cordolo e cade praticamente sul rettilineo.
L’incidente grosso, però, accade a cinque giri dalla fine quando Luthi perde il controllo della sua Honda nella curva che immette sul rettilieo. La moto, carambolando, va a finire in mezzo alla pista dove è centrata da Gadea. Per fortuna il bilancio della carambola è modesto, ma la gara viene interrotta con la bandiera rossa e la classifica stilata in base al giro precedente quando c’era in testa Kallio, davanti a Luthi e Faubel, seguono Koyama, Pasini e Poggiali.


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