GP del Pacifico
venerdì 3 ottobre
FP1
QP1
TS
sabato 4 ottobre
FP2
QP2
TS
domenica 5 ottobre
Le wilcard di Motegi
Gomme scelte per la gara in MotoGP
WP
GRID
GARA
TS
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La statistica >>>
1° classificato MotoGP
Max Biaggi
1° classificato 250
Toni Elias
1° classificato 125
HectorBarbera
2° V. Rossi
2° R. Rolfo
2° C. Stoner
3° N. Hayden
3° M. Poggiali
3° A. Dovizioso

il fatto 5/10/2003 - giorno di gare
Biaggi, fra i due litiganti
Nonostante la febbre il migliore a lasciare la frizione, al via, è Gibernau, seguito da Biaggi, Hayden e Rossi. Volano in terra subito, invece, Bayliss, Checa e Hopkins.
Al secondo giro Biaggi supera Sete, seguito subito da Rossi che salta anche lui lo spagnolo, quarto è Hayden, quindi Tamada, Capirossi, Barros, Ukawa, Jacque, Nakano e Melandri.
Il colpo di scena è al sesto giro: Rossi sbaglia l'ingresso in curva e va fuori. Non cade, rientra in pista, ma quando rientra è dietro a Melandri, staccato di otto secondi e mezzo dal leader.
Il folletto di Tavullia, come già a Barcellona, comunque, non si da per vinto. In un giro si sbarazza di Melandri, quindi passa Capirossi, la tornata successiva è la volta di Barros, che replica in staccata, ma alla fine deve cedere.
Al 10° giro, comunque, Biaggi è al comando con +2.6 su Gibernau che è ai ferri corti con Tamada. Hayden resiste in quarta posizione con tre secondi di svantaggio, mentre Rossi è a meno 6.3.
Mentre Sete, Makoto e Nicky si battono per il podio, però alle loro spalle Rossi arriva come un treno battendo sul passo dell'1.49 basso. A nove giri dalla conclusione li ha a vista, nel mirino. L'odore dei loro scarichi lo galvanizza ed il passaggio seguente Vale gira a 1.48.885. Non tiene conto, però, che l'americano guida come lui: di traverso, ed è proprio una derapata esagerata di Nicky che costringe nuovamente Rossi all'esterno.
Lo sbandamento del folletto di Tavullia, comunque, è di breve durata. Prese le misure degli avversari li infila - tutti e tre, nel corso del 19° giro.
Biaggi, comunque, è ancora lontano. Così con Max al comando, Vale insegue staccato di poco meno di cinque secondi, con Gibernau che non vuole mollare, mentre Hayden controlla l'aggressivo Tamada.
Alle spalle dei primi cinque piloti della Honda la prima Yamaha è quella di Melandri, staccato di 17 secondi, ma davanti a Barros, quindi seguono Ukawa, Capirossi, Nakano ed il collaudatore della Suzuki, Ryo.
Quando lo spettacolo sembra finito, a far rialzare l'adrenalina ci pensa Tamada, che prima grazie ad una piega incredibile riesce a non toccare Hayden e lo supera, quindi in staccata, in fondo al rettilineo, punta Gibernau, costringendolo all'esterno sulla terra, dopo una toccata, cogliendo il terzo posto. Una manovra incredibile che la Direzione di Gara, poi, giudicava irregolare squalificando il giapponese.

Elias, una vittoria tranquilla
Con ancora in mente l'errore di Rio, Tony Elias balzava subito al comando della 250, con Porto, Rolfo, De Puniet, Poggiali e Battaini alle spalle. Durante il terzo giro cadeva Battaini. Al sesto il vantaggio di Elias su Porto era già di due secondi e mezzo, con Rolfo leggermente staccato, quindi Poggiali, De Puniet e Aoyama.
Al dodicesimo giro al comando Toni Elias controllava gli inseguitori con tre secondi e mezzo di vantaggio, mentre in seconda posizione era balzato Rolfo, in lotta a sua volta con Porto e Poggiali. Alle spalle del terzetto, staccatissimi, seguivano Aoyama, Takahashi, De Puniet e Matsudo.
La corsa continuava senza colpi di scena con le posizioni praticamente inalterate. Solo Poggiali migliorava scalando la seconda posizione, ma Rolfo e Porto non lo mollavano. A quattro giri dalla fine Porto volava in terra, aprendo troppo presto il gas in accelerazione all'uscita di una curva.
La battaglia per il secondo posto perdeva dunque un protagonista, ma fra Manuel e Roby, alla fine, era il pilota della Honda a spuntarla, così mentre Elias tagliava il traguardo con una lunga impennata sfilavano Rolfo, Poggiali, quindi Takahashi, Aoyama, De Puniet, Matsudo.

Barbera esce dal cappello
Non si è fatto sorprendere Pedrosa, scattando subito in testa e tirandosi dietro Barbera, Dovizioso, Talmacsi, Kallio, Perugini, De Angelis, Stoner e Pablo Nieto. Appena un giro dopo è apparsa chiara la tattica dello spagnolo: provare a scappare via. Naso nel contagiri lo spagnolo al terzo giro aveva già un piccolo vantaggio, meno di un secondo, davanti a Dovizioso, Barbera, Stoner, Perugini, Kallio, Talmacsi e Jenkner.
Intanto, mentre cercava di recuperare dalla 15esima posizione, cadeva Lucio Cecchinello.
Con Pedrosa sempre al comando, Dovizioso, alle sue spalle, iniziava a rosicchiargli decimi ad ogni giro, così che all'ottavo passaggio, la situazione dietro la coppia era la seguente: Stoner, Barbera, Perugini, Jenkner, Lorenzo, Kallio e De Angelis. L'inseguimento di Dovizioso finiva però quando dapprima Stoner e quindi Barbera gli metteva le ruote davanti. A quel punto il terzetto, in lotta, invece di guadagnare, perdeva terreno da Pedrosa, mentre anche Perugini cedeva il passo a Lorenzo e Kallio.
Al 14° giro il colpo di scena: Pedrosa, che aveva accumulato quasi quattro secondi di vantaggio, perdeva in un colpo tre secondi a causa dell'allentamento dell'ammorizzatore di sterzo. Così, mezzo giro dopo gli balzava sulla schiena tutta la muta degli inseguitori. Al passaggio successivo a condurre le danze era Barbera, seguito da Stoner, Dovizioso, Lorenzo e Pedrosa. Visto il blu della Honda di Daniel, Perugini, che aveva dato la gara per persa, decideva di provarci e superava Pedrosa, raggiunto a questo punto anche da Jenkner e Kallio. Ad un giro dalla conclusione si giocavano la volata Barbera, Stoner e Dovizioso, che tagliavano il traguardo nell'ordine. Quarto concludeva Perugini, davanti a Jenkner, Pedrosa e Kallio.

 

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