GP del Sud Africa
venerdì 19 aprile
FP1
QP1
TS
sabato 20 aprile
FP2
QP2
TS
domenica 21 aprile
WP
GRID
Gomme scelte per la gara in MotoGP
GARA
TS
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1° classificato MotoGP
T. Ukawa
1° classificato 250
M. Melandri
1° classificato 125
M. Poggiali
2° V. Rossi
2° F. Battaini
A. Vincent
3° L.Capirossi
3° F. Nieto
3° D. pedrosa

il fatto 7/4/2002 - giorno di gare
Rossi, cronaca di una vittoria annunciata.
Biaggi cade, Capirossi doppiato

di Federica De Zottis
Due cadute nelle prove, un warm-up sul bagnato insoddisfacente - solo il 14° tempo - non hanno impedito a Valentino Rossi di vincere il primo Gran premio della nuova era com'era nelle previsioni. Ma non è stata una vittoriafacile. Sulla sua strada, infatti, il campione del mondo uscente della 500 ha trovato una wild-card, il giapponese Ryo, che alla guida di una sorprende Suzuki lo ha impegnato sino all'ultimo, per non parlare del suo collaudatore, Itoh, che su una identica moto sarebbe potuto finire sul podio se nelle ultime battute non fosse stato superato da un aggressivo Carlos Checa.
Il segreto della vittoria di Vale - la 40a in carriera - è stata comunque l'ottima partenza. Nel primo gruppo fin dall'inizio Rossi si è battuto appunto con Ryo, Itoh, Jacque (fermato poi con uno stop and go per aver saltato il semaforo), Gibernau e Checa, mentre Biaggi e Capirossi, partiti male, erano rispettivamente 11° e 20°. Peggio ancora Katoh, 21°.
Al terzo passaggio, così, Rossi era terzo, mentre Biaggi cercava di recuperare ben 10" di distacco. Nel frattempo cadeva McCoy ed al 6° giro, mentre Jacque rientrava per pagare la sua penalità (poco dopo si sarebbe ritirato per mancanza di motivazioni) scivolava anche Biaggi dopo aver toccato la linea bianca, imitato subito dopo da Roberts. A quel punto la gara viveva sull'attacco di Gibernau, che in forma smagliante superava Checa, quindi Itoh arrivando in scia a Rossi. Una soddisfazione che durava sino al 12° giro quando lo spagnolo perdeva il controllo della sua GSV-R e finiva lungo disteso nella via di fuga. Quattro giri dopo, per non tirare troppo per le lunghe, Rossi balzava al comando infilando Ryo nell'ultima variante. A questo punto Vale rompeva gli indugi ed il giapponese si contentava della seconda piazza mentre, alle sue spalle, fra Checa ed Itoh finiva a sportellate, ma era il primo ad avere la meglio. In una gara costellata di cadute (in terra oltre a McCoy, Biaggi, Roberts e Gibernau finivano anche McWilliams, Nakano ed Ukawa) Regis Laconi portava l'Aprilia RS3 in ottava posizione, ancorché doppiata, un'onta che subivano anche Capirossi e Katoh.

Melandri sbaglia nel giorno dei giapponesi
Con condizioni atmosferiche immutate, cioè pista bagnata, è partita anche la 250 che ha visto all'inizio andare al comando un manipolo di giapponesi. In testa alla gara, infatti, si sono scambiati le posizioni Haruchika Aoki, Sakai, Myazaki, Matsudo ed il francese De Puniet. Fuori subito Stoner per una caduta, che ha causato un dritto di Rolfo, Melandri è rimasto invece invischiato nei primi giri ritrovandosi in settima posizione davanti a Battaini. E' stato un peccato perché poi, nel tentativo di forzare, la prima guida dell'Aprilia è caduto al sesto passaggio per riprendere, attardato, prima di arrestarsi definitivamente al 14° giro. Nel frattempo, comunque, la situazione davanti non è mutata: dopo le prime schermaglie Myazaki ha preso il comando delle operazioni con Sakai, De Puniet, Haruchika Aoki ed Aoyama alle spalle. Come sempre in questi casi non tutti i primi sono stati capaci di rimanere in piedi. A due giri dalla fine è volato via Aoyama, mentre Aoki ha scelto l'ultimo giro e l'ultima curva per tuffarsi mentre cercava di strappare il podio a De Puniet. Quarto si è classificato dunque grazie ad una gara prudente Alzamora, davanti a Porto. Degli italiani, nelle prime posizioni, nessuna traccia. Fuori Melandri il migliore è stato Rolfo, ottavo, che sicuramente avrebbe fatto meglio senza l'incidente al via. Nella norma la 10a posizione di Battaini, mentre Locatelli è addirittura finito fuori dai punti.

Vincent, terzo sigillo. Giansanti e Poggiali sul podio
L'ha deciso la pioggia, il GP del Giappone della 125. Con la pista bagnata, infatti, ha vinto lo specialista Arnaud Vincent. Il francese dell'Aprilia, alla sua terza vittoria in Gran Premio, dopo quelle conquistate a Barcellona nel '99 ed a Welkom due anni fa, ha corso una gara accorta, addirittura prudente si potrebbe dire, e dopo una buona partenza ed aver accumulato un vantaggio salito sino a 12" ha controllato gli avversari aumentando e diminuendo l'andatura a suo piacimento.
A movimentare la corsa, alle sue spalle, sono stati in diversi, ma fra tutti merita attenzione il sedicenne Stefano Bianco (che ricordiamo debuttante nell'ultimo GP di Stagione in Australia, due anni fa), riuscito a risalire sino al terzo posto, prima di cadere. Risalito in sella è rientrato in zona punti, ma una seconda scivolata l'ha definitamente fermato. Forse poteva essere più prudente, ma in moto ci sa andare.
In queste condizioni, comunque, quel che conta è l'esperienza ed infatti alla fine è emerso un manipolo di vecchie volte composto da Giansanti, Poggiali, Ueda e Sanna. Aiutandosi l'un altro i quattro hanno risucchiato Vincent fino a portarselo a tiro, ma evidentemente il francese aveva del gas di riserva da gara e, come dicevamo, li ha controllati agevolmente. Dietro ai cinque il migliore degli altri italiani è stato Cecchinello, 9°, attardato da un fuoripista, che ha preceduto Borsoi e Perugini. Quest'ultimo avrebbe potuto finire in sesta posizione, ma un dritto all'ultimo giro ha penalizzato anche lui.


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