il fatto 23/09/2001
- giorno di gare
La prima volta di Gibernau
La pioggia, che ha risparmiato la 125 e disturbato la 250, che ha potuto
riprendere dopo un breve scroscio, ha rovinato purtroppo, invece, completamente
la 500.
Partiti con l'asfalto completamente bagnato, ma con il cielo limpido,
dopo un violento quanto breve acquazzone, i piloti della massima
categoria si sono ritrovati a gareggiare nelle condizioni peggiori e lo
si è capito subito: il primo a cadere, subito dopo il via, è
stato Capirossi (che era già scivolato assieme a Checa nel giro
di allineamento), seguito da Aoki. Un incidente che ha aperto subito un
buco fra Rossi (in pista con pneumatici intermedi su entrambe le ruote),
al comando, ed un drappello di - lentissimi - inseguitori. Poco dopo è
stata la volta di Cardoso ed Haga di assaggiare, contemporaneamente l'asfalto.
Ci sono voluti ben cinque giri prima che tutti, prudentissimi, si decidessero
ad aprire, si fa per dire, il gas. Nel frattempo la classifica si era
già delineata con Valentino al comando con 4" su Barros, seguito
a sua volta da Gibernau, Criville, Roberts, Nakano, Checa, Jacque e Biaggi,
in grande difficoltà con una gomma intermedia sulla ruota anteriore
ed una slick scolpita sulla posteriore.
Inseguito da piloti in gara senza nulla da perdere, ma soprattutto gommati
con le slick, Rossi, man mano che la pista si andava asciugando, cedeva
il comando a Gibernau all'8° giro, mentre Criville cadeva cercando
di affiancarlo. Nella confusione che ne derivava anche Roberts e Barros
passavano Valentino. Al decimo giro sul traguardo passavano dunque in
successione Gibernau, Barros, Roberts quindi, più staccato, Rossi
e poi Nakano, Checa, Jacque, Ukawa, Abe V.D. Goorberg e Biaggi, staccato
di 25"!
Dominatori sull'asciutto, gli italiani, dunque, si sono ritrovati in enorme
difficoltà a Valencia. Così mentre Barros, Gibernau e Roberts
si contendevano la vittoria, Rossi scivolava in quinta posizione, passato
anche da Checa e doveva subire addirittura la pressione di Jacque, Nakano,
Abe, Ukawa e V.D. Goorberg, mentre Biaggi, 11°, con l'asfalto sempre
più asciutto, si metteva finalmente a girare con i tempi dei primi,
ma staccato di 29".
Era una rimonta, la sua, ma tardiva. Nel frattempo anche Jacque ed Ukawa
passavano Valentino che poi veniva risucchiato anche da Nakano, Abe e
Van Den Goorbergh: un disastro. Due tornate dopo, a tre giri dalla conclusione,
Vale cedeva anche a Biaggi. I due grandi rivali erano così 10°
e 11°. Nel frattempo in testa, con le slick, nattagliavano Gibernau,
Barros e Roberts, che chiudevano nell'ordine, mentre Checa, autore di
una gara arrembante, finiva a sette secondi.
Katoh affonda l'armata Aprilia
Non si è fatto spaventare, Daijiro Katoh, dallo squadrone Aprilia.
Con Harada velocissimo al via gli sono state sufficienti due tornate per
andare al comando, inseguito dal connazionale, da Fonsi Nieto e da Marco
Melandri. Sembrava il preludio di una gara a quattro quando Melandri,
nel corso di un sorpasso forse eccessivamente caldo nei confronti di Nieto,
si è toccato con lo spagnolo, che ha chiuso la traiettoria speronandolo.
E' stato un brutto botto, perché Marco è volato alto in
aria, per poi toccare duramente l'asfalto ed alla fine è stato
fortunato a cavarsela.
L'incidente, ovviamente, ha agevolato la fuga della coppia di testa, che
però è durata poco. Dopo appena nove giri di gara, infatti,
cadevano le prime gocce che provocavano una caduta multipla che coinvolgeva
quattro piloti. Il Gran Premio, così, veniva interrotto con la
bandiera rossa.
Al via successivo era Harada nuovamente a scattare al comando, sempre
con Katoh in scia e Nieto, McWilliams ed Alzamora - si fa per dire - all'inseguimento.
In realtà, infatti la coppia del sol levante faceva, come al solito,
gara solitaria. Perlomeno fintantoché il pilota della Honda non
decideva di rompere gli indugi, abbassando costantemente il suo tempo
sul giro sino a staccare Tetsuya di tre secondi. Tranquillo al comando
a questo punto a tre giri dalla fine Katoh tirava i remi in barca portando
il suo distacco sull'avversario a 49 punti. Terzo finiva Fonsi Nieto,
a circa cinque secondi, mentre Alzamora riusciva ad avere la meglio su
McWilliams.
Poggiali beffa Elias in volata
Ce l'ha messa tutta, fin dalle prime battute, Toni Elias, per vincere
il Gran Premio di casa. E' partito in testa, ha brevemente tentato la
fuga e poi, quando lo strappo di un secondo e mezzo è stato ricucito
dal bravo Sabbatani che si è tirato in scia Sanna, Jenkner, Cecchinello,
Pedrosa e Borsoi, non ha mollato, conscio che dalle immediate retrovie
sarebbe arrivato Poggiali, partito 12° ma già 8° dopo sei
giri.
Prima del pilota della Gilera, però, si è svegliato il quartetto
alle spalle dello spagnolo, capace di portare un attacco ad Elias ed installare
al comando della gara Jenkner. Scaramucce, perché da quel momento
in poi, mentre Jenkner perdeva leggermente terreno, in testa si sono scambiati
le posizioni Cecchinello ed Elias, con dietro di loro a controllare la
situazione Sanna, Sabbatani e Poggiali. E' stato quando è arrivato
anche Ui, però, che si è scatenato l'inferno. Balzato in
testa alla gara il giapponese ce l'ha messa tutta per frammentare il gruppo
che, a questo punto, ha offerto un nuovo leader praticamente ad ogni giro.
I fuochi d'artificio sono proseguiti sino ad un giro dalla fine quando,
con Sanna, Elias e Poggiali aperti a ventaglio, il pilota della Gilera
ha trovato la traiettoria interna, la più veloce, riuscendo ad
affiancare lo spagnolo, beffandolo sul traguardo. La peggio, purtroppo,
è toccata a Simone, che è stato superato anche da Pedrosa,
Ui e Borsoi.
Grazie ad una gara intelligentissima Manuel Poggiali, a cui ha evidentemente
portato fortunata essersi assicurato che ci fosse l'inno del suo paese
al suo arrivo nel circuito di Valencia, ha recuperato cinque punti all'avversario,
che guida ancora il mondiale con otto punti di vantaggio.
Prossima sfida, il Giappone. |