L'Aprilia sta soffrendo, quest'anno. Dall'inizio della stagione,
infatti, ha conquistato appena due vittorie. Una con Harada al GP
d'Italia, in 250, l'altra con Cecchinello a Barcellona, nella 125.
Entrambi due feudi, fino a poco tempo fa, della casa italiana. Se
nel 2000 la marca veneta aveva comunque fatto parlare di se nella
minima cilindrata, con otto successi, dei quali cinque di Locatelli,
poi campione del mondo e due vittorie nella quarto di litro, entrambe
di Waldmann, il 2001 appare decisamente un anno più difficile.
Se nella 250, comunque, l'Aprilia può contare su Tetsuya Harada,
l'unico pilota del motomondiale ad aver terminato tutte le gare ed
essere finora sempre salito sul podio, e consolarsi con lo straordinario
stato di forma di Daijiro Katoh, nonché con la straordinaria
sfortuna di Marco Melandri, paradossalmente è proprio nella
125 a soffrire di più.
Da ciò che si
è visto finora, difatti, la piccola 125 è sicuramente
la moto più competitiva del lotto. E' complessivamente migliore
della Derbi, in leggera crisi tecnica, sicuramente più veloce
della Honda e naturalmente più a punto della pur sorprendente
Italjet, che deve molte delle sue prestazioni alla guida di Stefano
Perugini. Eppure, nonostante ciò, quella di Lucio Cecchinello
in Spagna è stata la prima vittoria dell'anno per la più
semplice delle creature dell'ingegner Jan Witteveen che non nasconde
il suo disappunto.
Il problema, dunque, non è tecnico, ma umano. Se nella 250,
infatti, si può non condividere la strategia dell'Aprilia di
puntare tutto su Melandri, contando comunque su Harada, indispensabile
"paracadute" ed oggi nuovamente prima guida della squadra,
la decisione di non pesare troppo con il proprio intervento sui team
della 125 è stata una leggerezza, resa purtroppo evidente dagli
scarsi risultati ottenuti dal pilota sul quale la casa italiana puntava
di più, Simone Sanna.
Poiché dunque non sono le moto a non andare, in questo momento,
ma le squadre, e non è vero come dice qualcuno all'interno
dell'Aprilia che la casa italiana non ha bisogno né di un vivaio
di giovani piloti, né di gestione degli stessi, ecco tornare
di attualità il problema della mancanza di un direttore sportivo.
L'Aprilia lo sta cercando, eccome. Non vuole più, però,
un personaggio ingombrante e tuttofare alla Carlo Pernat - che pure
molto ha dato al marchio veneto - ma desidera invece un uomo capace
di rappresentare la casa con maggiore eleganza. Una ricerca non semplice,
quella che stanno effettuando a Noale, e che al momento non ha ancora
dato alcun esito.
Perlomeno nel mondo della moto, perché in quello della F.1
c'è già qualche nome in ballo.