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BEGGIO CONFERMA L'ARRIVO DI UN DIRETTORE SPORTIVO
Avranno avuto al fianco anche i lIvano Beggioeoni, i tre piloti ufficiali dell'Aprilia, Melandri, Harada e Nohles, presentati ieri a Noale, ma quel che è certo è che si tratta della più debole squadra mai presentata dalla casa italiana. Costretto a rinunciare alla 500 per liberare risorse in vista dello sbarco nella GPone nel 2002, abbandonata la 125 ai privati, rimane solo la 250, ma del terzetto di giovani leoni, uno, il tedesco, per ammissione di Beggio è stato ingaggiato per questioni di mercato, del giapponese, alla soglia dei trent'anni, si spera che torni la tigre che era nel passato, mentre da Macio si attende ancora che dimostri che vale quanto è costato.

Non sono speculazioni, queste, se pressato, ma neanche tanto, è Ivano Beggio in persona ad ammetterlo, pubblicamente.
"Non siamo contenti di Melandri, da lui ci aspettava di più - è la confessione del presidente, che aggiunge - ma questo è un fatto normale. Ottenere risultati migliori era il desiderio di entrambi".

Non si ferma qui, Beggio. Di fronte all'apparente strapotere di Katoh e della sua Honda, dimostrato nei test invernali, ammette: "Ci vorrà una moto super per permetterci di vincere. Quest'anno se porteremo a casa il mondiale potremmo dire veramente che la nostra moto è la più forte". Affermazioni forti, pronunciate però con grande tranquillità.

"Corriamo per vincere, ci mancherebbe altro. Il titolo, però, ci può eludere per vari motivi. L'importante è essere protagonisti", è la considerazione del Leader Maximo dell'Aprilia. Segno che ci sono altre frecce nell'arco di Noale. Mai, come questo inverno, del resto, Ivano Beggio, è apparso così in forma: è contento di dove è riuscito a portare la sua creatura, ma non ancora soddisfatto del risultato. Lo deve ammettere persino chi nel passato l'ha criticato: questa è la mentalità del vero manager, quella giusta. Capire il momento dei mercati, approfittare dell'onda favorevole e spingere sull'acceleratore solo quando la strada appare libera davanti.

C'è un ombra, però, davanti agli occhi del presidente, che nel contempo è anche uno stimolo: la minaccia dell'acquisizione del Gruppo Cagiva da parte della Piaggio. "MV è un bellissimo marchio - sospira Beggio - e dietro c'è un gruppo di uomini validissimi, a cominciare da Tamburini, che abbiamo inutilmente corteggiato. Tanto di cappello a Claudio Castiglioni che è riuscito a tenerlo".

Non è l'unica lode, questa, del signor Ivano per uno dei suoi più acerrimi rivali. "La vendita di una parte della società alla Piaggio è l'unica soluzione possibile, per Castiglioni - osserva - ma anche una bellissima opzione, perché rafforza entrambi".

In previsione di un ritorno della MV alle competizioni, comunque, Ivano Beggio non intende farsi cogliere impreparato ed è pronto a completare il suo mosaico con l'unica mattonella che ancora gli manca per poter dire della sua Aprilia ciò che Luca di Montezemolo afferma della Ferrari, che è un team completo: un Jean Todt, un direttore sportivo capace di sostituire l'ingombrante ed ormai dimenticato Carlo Pernat, peraltro oggi nella mani proprio della concorrenza che si appresta a rientrare nel motomondiale. "Ne ho già parlato con Witteveen - ammette Beggio - c'è bisogno di un direttore sportivo e tocca a lui trovarlo. I miei uomini hanno il massimo della delega, ma sempre sotto il mio controllo".

 

 

 

 

 

 

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