DOVE SI PARLA DI SCHUMACHER E DI ROSSI, DELLA PROPRIETÀ ELASTICA
DELLE NOTIZIE E DI COME SI PUÒ DECIDERE IL PROPRIO FUTURO SENZA
DECIDERE NULLA
C’è
grande attenzione, in questi giorni, sul futuro di Michael Schumacher
in Ferrari. Una sua risposta, sul prolungamento del contratto di due
anni, è attesa per giugno. Guarda caso la stessa data indicata,
più o meno, da Valentino Rossi per sciogliere gli ultimi dubbi
sul suo futuro.
Questa
curiosa coincidenza – che non è una coincidenza né
tantomeno è curiosa – è stata sufficiente per far
rimbalzare dapprima sul web e quindi sui quotidiani vecchie dichiarazioni
di Valentino, rilasciate in Qatar, e spacciate per nuovissime, seguendo
il vecchio adagio che non c’è nulla di più nuovo
della carta stampata.
La formula, del resto, ormai è collaudatissima: le parole di
Rossi, tradotte, con un certo ritardo arrivano alla stampa inglese,
che le rielabora secondo le necessità del momento. Una volta
pubblicate esse vengono lette da noi e c’è sempre qualcuno
che dice “ohibò, ma guarda che belle cose che ha detto
quel diavolaccio di Rossi sulla Formula Uno”.
Il fatto che siano state riportate, magari, la settimana prima all’interno
di un discorso più generale non ha alcuna importanza.
Ecco, dunque, la genesi del tormentone della settimana, attualissimo,
per carità, visto che domenica prossima si correrà il
GP di Imola di F.1.
Ma cosa ha detto – in Qatar – Valentino di tanto importante?
Fondamentalmente due cose: la prima che la F.1 non è esattamente
nel suo cuore; la seconda che nel cuore della F.1 non c’è
lui. A differenza di quanto accade nelle moto.
Sono, queste, argomentazione in grado di far prendere a Vale la decisione
che tutti attendiamo, nel senso di fornirgli, in un verso o nell’altro,
la spinta a fare o non fare il gran passo?
Non necessariamente. Valentino Rossi, infatti, potrebbe passare alla
F.1 indifferentemente per amore o per odio. Non aspettatevi, da lui,
una decisione coerente. O se vogliamo, sarà coerente esattamente
con il suo personaggio, che è tutto ed il contrario di tutto.
Potrebbe decidere con il cuore, o farlo con la pancia (leggi portafoglio),
e sarebbe esattamente la stessa cosa perché nell’ex folletto
di Tavullia le due cose coincidono. La luna ed il sole, ricordate?
Insomma, Valentino potrebbe tradire gli appassionati delle due ruote,
che rimarrebbero innamorati di lui perché lo giustificherebbero.
E poi, perché non farlo? Nel peggiore dei casi, infatti, SuperVale
sarebbe il nostro vendicatore nell’asettico mondo della F.1. L’emanazione
del nostro spirito libero di piloti. Già perchè gli appassionati
di motociclismo (come quelli del calcio che si sentono tutti allenatori
della Nazionale), pensano di essere essi stessi corridori.
Vale, nei sogni di tutti e forse anche di Bernie Ecclestone, riporterebbe
i sorpassi in F.1, riconsegnerebbe al primo sport mediatico del pianeta
un personaggio all’altezza di quelli del passato, da Senna a Prost
passando per Villeneuve e, forse, addirittura, convincerebbe Max Mosley
e la FIA ad abbandonare regolamenti tecnici sempre più cervellotici,
in favore della semplicità motociclistica e, dunque, in favore
dello spettacolo.
La realtà, però, come sempre, è assai diversa dalla
fantasia. E se nemmeno la MotoGP è l’isola che non c’è
che tutti i Peter Pan del mondo cercano ancora, figuriamoci la F.1.
Nel mondo della massima espressione dell’automobilismo, infatti,
non c’è molto spazio per la fantasia. La logica dice che
in Ferrari deve arrivare Kimi Raikkonen, perché è attualmente
il pilota più veloce che c’è in circolazione anche
se non è ancora stato benedetto da un titolo mondiale. E la Rossa
a quattro ruote, dal momento che l’ha in mano, non può
permettersi di rifiutarlo. Il popolo ferrarista, d’altro canto,
si aspetta anche che Schumacher rimanga, ma questo sarà lui a
deciderlo.
Ecco, dunque, che Valentino Rossi può questa volta permettersi
di prendere una decisione senza muovere un neurone. A fare le scelte
per lui saranno Michael e Kimi.
Certo, se Michelone stupendo tutti decidesse di restare, ma di andarsene,
magari in McLaren, allora gli scenari cambierebbero. Ma Schumi non è
Rossi. Non è tipo da rimpiangere…di non averci provato.
18/4/2006